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Le caratteristiche della Forza Gravitazionale

La Gravità
Introduzione all’argomento:
le caratteristiche della forza gravitazionale non sono completamente note, questo perché l’uomo non è mai riuscito a rilevare il “gravitone” che è il componente essenziale della forza gravitazionale o rilevare qualcosa che facesse capire il vero funzionamento di questa forza, perciò per questo fatto si può  solo presupporre il comportamento ma non si può avere la certezza.
Forse per capire le caratteristiche di questa forza ci dobbiamo chiedere anche come possa  funzionare senza creare contraddizioni, come in effetti funziona nella realtà ed immaginare a quale velocità possa andare la forza in questione.
Secondo la teoria della relatività non ci può essere una forza nell'Universo che vada più veloce della luce per questo si ipotizza che la forza gravitazionale vada almeno alla stessa velocità della luce per funzionare.
Per spiegare  viene fatto spesso un esempio, se il Sole sparisse all'improvviso la Terra se ne accorgerebbe 8 minuti e 26 secondi dopo, detto così può essere normale, se la forza gravitazionale ha una sua velocità di conseguenza c'è anche un ritardo nel suo intervento, ma se il Sole ha una variazione di moto come fa la Terra a seguirlo senza avere incertezze ne problemi di tentennamento nel suo moto? Noi sappiamo che il Sole ha una velocità orbitale 217km/s di media questo per eseguire il suo giro intorno alla galassia, quindi in 8,26 minuti cioè 506 secondi percorre circa 109.802 km praticamente 8,6 volte il diametro della Terra, come fa la nostra Terra ad avere una giusta reazione per seguirlo e rimanere sempre agganciata al Sole? Quanto tempo occorre ai pianeti  più lontani?  
Per Plutone ci vogliono 6 ore e 49 minuti. Forse questa spiegazione data non è corretta per capire il vero funzionamento, probabilmente questo potrebbe valere solo se il Sole sparisse all’improvviso.
Vi potreste immaginare i problemi  che ci sarebbero da superare per la  soluzione relativistica, perché se la forza gravitazionale va alla velocità della luce gli servirebbe un sistema di controllo che abbia  la possibilità di attivare questa forza nel modo giusto e solo quando serve, per esempio quando un pianeta ha un influenza esterna dei suoi satelliti,  anche per il semplice moto del Sole nella galassia, come fa il Sole a far capire ai pianeti che gli orbitano intorno compresi i propri satelliti, quale è la giusta direzione da prendere? che bisogna andare in quella precisa direzione e non in un'altra? qui ci vuole un buon sistema di controllo, ma se ci fosse un sistema  questo dovrebbe essere molto più veloce della luce, per modificare una forza che già va alla velocità della luce, ma non essendoci in natura nulla che va più veloce della luce proprio per il secondo il postulato della relatività, come fa il Sole ha guidare tutto il “carrozzone spaziale” senza tentennamenti?
Adesso  v’illustro come è stato risolto il problema dai “relativisti”: la forza gravitazionale è considerata statica quindi “ferma” questa forza statica deforma i piani spaziali (Etere) creando le geodetiche,  i pianeti sono obbligati loro malgrado a percorrere una sola strada quella tracciata dalla forza del pianeta massivo che per loro risulterà sempre dritta. Però qui i relativisti  non si pongono come possa funzionare questo  controllo gravitazionale delle orbite planetarie in un sistema sempre in movimento, senza pensare poi che se i pianeti sono costretti a percorrere delle strade “deformate” le geodetiche si può presupporre che queste impongano un determinato percorso a scapito di un altro, quindi dovrebbero creare degli attriti, è possibile questo?    
Io voglio provare ad analizzare il problema per capire come possa funzionare il controllo gravitazionale del nostro Sole nei confronti dei suoi pianeti, perché  forse c’è una possibilità di dimostrare che le cose non stanno esattamente così.
Noi sappiamo che la forza gravitazionale è sempre attiva nello spazio come una ragnatela energetica sempre pronta ad influenzare un pianeta quando questo viene catturato.  
Per la soluzione che vorrei esporre, dovrei fare prima alcune precisazioni sulla forza Gravitazionale:
1- La forza gravitazionale è un’energia attrattiva debole della massa quindi è una forza in entrata alla materia, questa non ha nessuna influenza sulle particelle senza massa che gravitano nell’universo, quindi può non avere la stessa limitazione che ha la luce (vedi capitolo moto elicoidale del fotone), di conseguenza potrebbe viaggiare con un moto lineare  uniforme riuscendo ad avere una velocità di gran lunga superiore.
2- Per conoscere l’effettiva forza gravitazionale esercitata da due pianeti bisogna prendere la costante gravitazionale e moltiplicarla per le due masse, il risultato è da dividere per la loro distanza al quadrato, vuol dire che gli attori sono la distanza e la massa, come abbiamo già visto nel capitolo “Partiamo dalla forza Gravitazionale”, sappiamo che la distanza è molto più importante perché si riduce al quadrato l'area d'intervento gravitazionale, rimane da capire la massa,  se questa deve essere moltiplicata vuol dire che una amplifica l'altra  perché  non è una semplice sommatoria ma una moltiplicazione quindi un lavoro.
Guardando bene la Fig. 15.1,  qui possiamo capire bene anche la formula completa, vediamo: F = G ma Mb/R2a +R2b, da qui si intuisce che ogni massa interviene per la sua pertinenza d'intervento cioè dove la sua forza è preponderante, nella figura 15.1  vediamo che ogni pianeta ha una maggiore influenza quando ci si avvicina a lui e una minore influenza quando ci si allontana, da questo si può capire come si potrebbero comportare due pianeti con la propria forza gravitazionale, ogni singolo  pianeta influenza molto con la sua forza solo la prima parte della distanza che lo separa dall'altro pianeta, quindi la sua influenza è solo per la parte che riesce ad essere preponderante con la sua forza gravitazionale, dopo sarà l'altro pianeta ad intervenire  usando la sua forza gravitazionale che da lì sarà  predominante, come due ballerini che si tengono per mano con le braccia distese e girano in un vortice,  ognuno partecipa proporzionalmente con la sua massa e la lunghezza delle proprie braccia e usa la propria forza per eseguire il ballo.
Per cui se la forza gravitazionale andasse alla velocità della luce i tempi d'intervento  risultano diversi per i due pianeti perché: nell’orbita terrestre l’afelio è la distanza massima tra la Terra e il Sole questa è 152.097.701 km il Sole con la sua grande massa ha un influenza per 152.097.244 km e la Terra per i restanti 457 km circa,  quindi il tempo d'intervento per il Sole sarà di 8,26 circa e per la Terra 0,0015 secondi circa, questa ripartizione è molto approssimativa ma rende molto bene l’idea. Se lo stesso ragionamento lo facciamo:
per Giove il tempo d'intervento per il Sole sarà di 45,44 minuti circa e per  Giove  2,36 secondi circa.
per Nettuno il tempo d'intervento per il Sole sarà di 4 ore 12 minuti circa e per  Nettuno  0,0076 secondi circa.
per Plutone il tempo d'intervento per il Sole sarà di 6 ore 49 minuti circa e per Plutone  0,0016 secondi circa
Poi se consideriamo che la forza gravitazionale ha la possibilità di funzionare senza l’ingombro della particella priva di massa che gli limita la corsa, dato che lei è immune a questa forza (ed è proprio per questo che non riusciamo a trovare traccia del famoso gravitone), quindi questa forza potrebbe avere un  moto lineare più veloce della luce così anche i tempi già accorciati si riducono ulteriormente.
Adesso abbiamo capito che i pianeti con le loro “ Braccia molto corte” sono ben vincolati alle grandi e lunghe “corde o fili gravitazionali” che il  Sole protende, in questo modo i pianeti massivi attrattori hanno un tempo d'intervento lungo nel sentire i propri pianeti attratti ma lasciano ai piccoli pianeti un tempo d’intervento molto rapido praticamente istantaneo, ma ancora questo non basta perché si potrebbe verificare dei tentennamenti  sul controllo del moto e questo non risulterebbe fluido come in effetti è.   Noi sappiamo che queste corde o fili gravitazionali come la luce sono sempre irradiate non hanno mai interruzioni di flusso, quindi  se un pianeta dall'Afelio arriva al Perielio (la minima distanza dal Sole)  lui passa automaticamente  da dei “fili gravitazionali”  lunghi del Sole a quelli più corti e più folti, però così perde un po' della sua forza gravitazionale a vantaggio di quella del Sole e si ritroverà anche lui con le braccia più corte, a questo punto in proporzione aumenterà la sua velocità di caduta verso il Sole standogli più vicino,   aumentando però di conseguenza la velocità del suo moto orbitale ma questo contrasterà la chiusura dell'orbita spingendolo fuori, il risultato come due ballerini che si avvicinano e girano più velocemente, alla fine si mantiene  tutto perfettamente bilanciato, tutto questo avviene in modo molto fluido  senza interruzioni ed incertezze.
Se la mia ipotesi è corretta, è ragionevole pensare che la forza gravitazionale va ad una velocità superiore a quella della luce e tutto funziona perfettamente, ma ancora non abbiamo finito, perché questa esposizione funziona bene  solo se il Sole gira su se stesso stando fermo, ma come fa a fargli capire al pianeta, la giusta direzione del suo moto nella Galassia, senza nessuna possibilità d'errore?
Qui se i fili gravitazionali viaggiassero con un moto lineare potrebbero avere una velocità  cinque/dieci volte la velocità della luce,  il loro comportamento si può ipotizzare comunque sia identico a quello della luce essendo un’energia, magari sfrutta lo stesso percorso; adesso noi sappiamo che quest’energia non decade al quadrato della distanza, però se ha un moto rettilineo  quando ci troviamo di fronte ad un red-shift o un blue-shift  gravitazionale dovuto ad un moto aggiuntivo del pianeta massivo come per  la luce nella sorgente in movimento, cosa può accadere?
La mia ipotesi è che quando il Sole avanza per il suo moto orbitale intorno alla galassia, la sua forza  gravitazionale  avendo un percorso lineare,  perché non ci sono le particelle senza massa a limitare il moto, loro hanno proprio la facoltà  di  amplificare la forza nell’avanzare e demoltiplicarla  nell’arretrare dato che non hanno un moto elicoidale non aumentano la frequenza ma aumentano in proporzione proprio la forza alla stessa velocità della forza gravitazionale.
La Terra viene così trasportata (spinta o tirata) dal Sole, con questa tecnica  avanza o rallenta il suo moto orbitale sentendo bene la spinta o il tiro (nella realtà questo possiamo verificarlo facilmente con un comune pezzo di ferro e una calamita).
In questo modo il Sole in movimento riesce ad influenzare prontamente tutti i pianeti informandoli contemporaneamente della sua direzione, i pianeti così sentono bene  dove c'è ne è di più di forza, la direzione del moto e dove c'è ne è  meno d'influenza gravitazionale, quindi il pianeta  sente veramente un red-shift o un blue-shift  gravitazionale, modificando così la sua rotta millimetricamente, il pianeta viene così condotto come un non vedente è accompagnato  dal proprio cane guida.
- Riflessione:
Se noi aggiungiamo alla legge della  Gravitazione Universale di Newton l’influenza vettoriale quindi la diminuzione o l’aumento della forza gravitazionale dato proprio dal moto del pianeta cioè il red-shift o un blue-shift gravitazionale, questa formula già perfetta risulterà molto più precisa nel suo risultato, quindi l’orbita anomala di Mercurio sarà la prova del nove di quello che affermo, correggendo la formula con un incremento (qui dovremmo calcolare la giusta velocità della forza gravitazionale per sapere la vera velocità limite)  dato dal moto orbitale del pianeta possiamo capire  che la forza gravitazionale è solo una forza di controllo dei moti planetari, smentendo così che questa forza abbia la possibilità di poter creare un buco nero o peggio ancora un  Big Crunch.
Grazie a Keplero noi oggi sappiamo che i pianeti fanno una rivoluzione intorno al Sole percorrendo un'orbita ellittica e non un'orbita eliocentrica come immaginava Copernico, però se ci si pensa bene in effetti l'orbita eliocentrica è  perfettamente logica e perennemente uguale, qui si potrebbe dire che è il moto perpetuo dell’Universo.
Ma se andiamo a leggere le misurazioni delle orbite dei pianeti solari ci rendiamo conto che Copernico non era poi proprio fuori strada, ricordiamoci che Lui  è vissuto a cavallo del 1500,  nella Fig 15.2  sono riportate le orbite del sistema solare, qui vediamo che le orbite di Venere,  la nostra Terra e  Nettuno,  il  loro percorso orbitale si avvicina molto ad una traiettoria eliocentrica, sfido qualsiasi umano a fare di meglio senza strumenti elettronici o l'aiuto di corde ad eseguire un cerchio di 100 metri di raggio correndo intorno ad un uomo che anche lui corre  e mantenersi sempre dentro un errore dei due metri.
Keplero però aveva ragione l'orbita ellittica è nella realtà l'orbita naturale e ci sono tanti motivi perché questo avvenga.
In un’orbita ellittica la forza  gravitazionale in movimento  si manifesta al meglio perché  la forza attrattiva che è direttamente proporzionale al  prodotto delle masse e inversamente proporzionale al quadrato delle distanze in questo caso sfrutta al meglio la situazione creando subito il giusto posizionamento del pianeta nel momento dell’aggancio gravitazionale evitando a tutte e due i pianeti il rinculo delle masse in movimento, richiede il minimo sforzo per il Sole e il minimo rischio per il pianeta, bilancia  al meglio le masse e i tempi dei singoli pianeti, infine aiuta il moto dei pianeti  a posizionarsi nella giusta orbita anche dopo un eventuale scontro planetario.
Per capire meglio l'orbita ellittica proviamo con un semplice esperimento casalingo, prendiamo un cono di ferro poco magnetizzato di raggio di base A (un semplice cono liscio di misura a scelta) per un altezza nA, adesso  prendiamo un anello di ferro di raggio A, quando proviamo a farlo cadere centrando il cono che nel frattempo è in movimento, possiamo verificare che molte, ma molte volte l'anello non si posizionerà mai parallelo alla base del cono ma si fermerà sempre prima ed inclinato,  se tagliamo idealmente il cono di ferro  parallelo all'anello fermo vediamo che si è formata proprio un ellisse, rivedendo la caduta dell'anello al rallentatore vedremmo che l'anello quando cade dentro il cono lui non è perfettamente parallelo alla sua base e non è esattamente al centro del cono stesso, per questo quando cade  toccherà prima una parete attaccandosi con una parte per la forza magnetica, e poi con l'altra estremità dell'anello per la forza di gravità,  e si posizionerà immancabilmente di traverso, i punti di contatto dell'anello risulteranno: quello in alto il perielio e quello in basso afelio dell'orbita del pianeta.  
Con l'esperimento casalingo conosciamo bene il perché l'anello si posiziona storto, ma se ci pensiamo bene nello spazio avviene la stessa cosa, nell'incontro planetario di due pianeti (sicuramente di diversa massa),  quando c'è un incontro ravvicinato tra  un pianeta più piccolo con uno di massa maggiore, nell'avvicinamento i due i pianeti avendo sempre attiva la loro forza gravitazionale che solo per comodità  chiamiamo corde o fili gravitazionali, il risultato del loro incontro sarà il vincente ovviamente quello che ha le corde gravitazionali più forti, che prende per mano l'altro pianeta  deviandolo dalla sua orbita originale, se le corde del pianeta con massa maggiore saranno sufficientemente forti, questo riuscirà anche  a catturare il pianeta per trattenerlo in una nuova orbita che verrà eseguita in base alla massa del nuovo satellite e alla sua velocità. La distanza che lo separa nel momento dell'aggancio sarà il nuovo perielio dell'orbita del satellite e per finire il piano orbitale sarà formato dalla linea di direzione originale del satellite, ma nell'arco dei milioni o miliardi di anni questo piano inclinato, la sua orbita e la velocità, si modificheranno e si perfezionerà, aggiustando la sua orbita  inclinata ad un orbita più equatoriale del pianeta di grande massa, l'orbita ellittica tenderà ad unire i due fuochi ed a cercare di avvicinarsi ad  una circonferenza e la sua velocità a stabilizzarsi. Adesso si può capire perché dall'aggancio planetario scaturisce un orbita ellittica, il pianeta di grande massa ha più forza da esercitare rimane stabile all'incontro e questo può avvenire da tutte le direzioni possibili.
- Riflessione:
Dal ragionamento fatto si capisce che le orbite circolari anche se perfette non sono fattibili, perché se così fosse avremmo un Universo perfetto ma immodificabile  cosa che non avviene nella realtà; il fatto interessante in tutto questo è che il caos è il sistema  più tollerante, infatti ammette l'errore e questo si può correggere con il tempo, ma stranamente la materia cerca con molta calma sempre l'ordine e la stabilità,  per ultimo solo con la discontinuità dell’orbita si ha la possibilità di amplificare evoluzione dei pianeti, quindi di fatto con frequenti cambiamenti di stato e molta pazienza si creano miliardi di situazioni diverse dando così la possibilità solo ad alcuni  pianeti di formare la vita biologica, questo solo al momento ottimale,  tutto come una perfetta incubatrice planetaria.
il mio pensiero è che la forza nucleare atomica come primo compito ha quello di tenere insieme la materia, la forza gravitazionale è una sua  conseguenza diretta è come il fumo per il fuoco,  o meglio e più semplicemente, la forza nucleare atomica contiene e forma la materia, questa forza di contenimento attrattivo viene esercitato sulla materia e genera all'esterno della  stessa un'attrazione debole  gravitazionale, come semplice conseguenza del suo operato, infatti questa è sempre proporzionale alla sua massa.
Il moto dei Pianeti:
Se la forza nucleare atomica viene ulteriormente sollecitata meccanicamente (Grandi masse o Stelle) questa genera calore in abbondanza e il calore genera il movimento, iniziando da quello rotatorio che è il più semplice, il movimento rotatorio  è generato dalla grande differenza di calore nei vari strati della materia che iniziano a dare vita ad un movimento interno della massa, questo con il tempo lo trasmette  all’esterno, è come il movimento rotatorio dell’acqua  in un secchio sospeso che viene fatta girare, il semplice movimento interno dell’acqua genera il movimento del secchio esterno che prima era fermo. Perché con una massa sospesa la parte predominante che comanda è proprio la massa interna che è sicuramente quella maggiore non certo il secchio esterno. All’interno di un pianeta è proprio questo quello che si verifica per la forte differenza di temperatura, così questa forza nucleare riesce a far muovere tutti i pianeti, solo dopo entra in gioco la forza debole quella gravitazionale.
Proviamo a leggere  sotto un’altra angolazione l'esperimento eseguito con la bilancia di Cavendish qui capiamo che la forza attrattiva di gravità  è proporzionale alla massa e questa è insita nella materia perciò può essere generata o meglio è una conseguenza diretta solo della forza atomica della materia che è l'unica forza che esiste li, ed è comune a tutte le masse, masse uguali hanno la stessa attrazione anche se sono fatte di materiali diversi, visto così possiamo capire che la forza attrattiva della massa è un ulteriore risultato della forza atomica della materia.
Accettato che è la forza atomica della materia genera anche una forza attrattiva all'esterno della stessa, noi possiamo dedurre  che la forza nucleare atomica che è una forza forte, genera prima la semplice rotazione in un pianeta e solo dopo riesce a generare un movimento orbitale, questo perché il pianeta che ruota viene condizionato da un altro pianeta con la sua attrazione gravitazionale, questa attrazione essendo molto debole inizia a generare un moto che può essere solo parabolico, semplicemente perché questa forza rimane una semplice influenza attrattiva debole di due corpi che stanno ruotando e la loro rotazione a confronto è molto più forte dell'attrazione gravitazionale generata dai due corpi, quindi il moto si rileverà per forza di cose parabolico ,  solo dopo se c’è una maggiore influenza questo moto può divenire orbitale.
Per questo la forza gravitazionale influenza solamente le orbite planetarie,  non potendo per forza di cose  essere un’attrazione, si trasforma in vera e propria forza gravitazionale  che genera e governa il movimento, questa rimane  una forza debole che ha il solo potere di  influenzare il moto dei pianeti e per questo basta e avanza, ecco perché la forza attrattiva messa  in un universo senza peso diventa uno strumento di controllo del moto rotatorio.
La forza gravitazionale è una forza che ha la funzione di governare il moto, essendo il moto  predominante questa forza attrattiva riesce solo a governarlo, l’esempio migliore che mi viene in mente: quando noi andiamo in bicicletta, con il nostro manubrio esercitiamo esattamente una forza attrattiva ma non per avere uno scontro anzi serve proprio per scongiurarlo, quindi le stelle con la loro orbita per avere uno scontro devono proprio centrarsi in pieno in questo caso lo scontro non possono proprio evitarlo (esattamente come capita a noi con la nostra bicicletta), perché basta che la loro orbita si sfiori, nella vastità dell’Universo e questo è la norma  lo scontro non avviene, il loro moto e la loro direzione fanno la grande differenza, la forza gravitazionale influenza e modifica la loro orbita, deviandola, frenandola o accelerandola, l’accelerazione o la frenata del moto non è mai diretta alla massa ma all'influenza esterna della massa.
In conclusione il controllo gravitazionale dei pianeti massicci attrattori proverà a stabilizzare un’orbita molto ellittica ad una  meno ellittica, questa forza è simile ad un’attrazione di gravità ma è una risultante di due lavori che si moltiplicano quindi più forze vettoriali  in movimento.  La forza gravitazionale non  porta mai allo scontro diretto, gli scontri planetari non avvengono mai per la forza gravitazionale, ma per la forza di gravità, in questo caso la forza gravitazionale è finita ed entra in campo la forza unilaterale di gravità del pianeta massiccio.
- Avvistamento impossibile:
È di questi giorni un avvistamento molto interessante, si è scoperto da un’équipe di astrofisici inglesi, svizzeri e belgi un nuovo pianeta extrasolare si chiama Wasp-18b è circa dieci volte più grande di Giove, lui esegue un'orbita intorno alla sua stella in 24 ore, si trova ad una distanza di appena 3 milioni di km da suo Sole (poco meno di otto volte la distanza tra la Terra e la Luna), questo pianeta è stato ribattezzato il pianeta che non c’è, nel senso che stando alle leggi di Newton (qui io aggiungo ancor di più per quelle di Einstein) è quasi impensabile che possa esistere un corpo celeste con siffatte caratteristiche. Uno dei suoi scopritori, Coel Hellier dice di lui «Sta ballando un tango della morte con la sua matrigna» il quale spiega che è proprio l'estrema vicinanza al suo sole la causa della lenta e inesorabile evaporazione per il nuovo pianeta extra-solare, proprio il suo periodo di rivoluzione 24 ore sarebbe l'inizio della sua fine. Secondo gli esperti infatti sta morendo, ingoiato dalla sua stella. Anche  Michaël Gillon, ricercatore in astrofisica all’Université de Liège che ha collaborato alla ricerca condotta anche dall’Osservatorio di Ginevra, la distanza è inferiore a due volte il diametro della stella stessa. Le previsioni degli esperti sono pessimiste: in «appena» un milione di anni di Wasp-18b non rimarrà nulla.  (da Scienza del Corriere della Sera del 28 agosto 2009)
Questa notizia arriva proprio al momento giusto. Da questa scoperta sensazionale (se vera) possiamo capire meglio quello che io affermo in questo capitolo, se dalle misure effettuate si conferma che il pianeta Wasp-18b è estremamente vicino gravitazionalmente ma  comunque fuori dell’influenza di Gravità del suo Sole, Wasp-18b è comunque in equilibrio e ha tutte le possibilità di vivere molto a lungo senza problemi (proprio senza problemi no, perché a questa distanza dal proprio Sole la vita è molto difficile anche per un pianeta disabitato),  è proprio la sua grande velocità orbitale a rendere indipendente e longevo Wasp-18b, secondo il mio punto di vista da questa scoperta si capisce la vera importanza del moto nel sistema universo questa è la conferma che la forza gravitazionale nell’universo è sempre in secondo piano.
Se le strumentazioni in nostro possesso lo permettono si potrebbe tenere sotto stretto controllo il pianeta, verificando nel tempo ogni cambiamento orbitale di Wasp-18b ed annotando tutte le minime variazioni di velocità e distanza dal suo Sole, questa rara occasione ci potrebbe far capire molte cose sul funzionamento del nostro Universo.
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